Tutti quelli che un giorno sono partiti soli ti diranno che è un falso mito: non sei mai solo. Ma cosa dovrebbe spingerti a viaggiare da solo?
Il cammino di Santiago è una di quelle esperienze che ho fatto sempre da solo. Perché?
Partire solo vuol dire che tutto dipende da te. Sei completamente libero di fare quello che vuoi quando vuoi: stare solo, socializzare, riflettere, fermarti di più in un posto, essere ospitato… TUTTO.
Non formando parte di alcun gruppo, sarai spinto a interagire con l’ambiente circostante, a relazionarti con le persone, a uscire dalla tua comfort zone.
Imparerai ad affidarti alla situazione: non avendo da dar conto a nessuno se non a te stesso, ti sarà facile lasciare il tuo destino al corso degli eventi e vedere dove la vita ti porta. E ti assicuro che se ti lascerai fare, ti divertirai di brutto!
Camminando da solo lungo il cammino di Santiago mi sono reso conto di quanto poco avessi bisogno per essere felice: stare a stretto contatto con la natura e con me stesso. Con i lunghi silenzi mi sono lasciato alle spalle tutto il rumore e mi sono messo in ascolto di me stesso, trovando Dio e una pace immensa.
Viaggiando solo ho fatto degli incontri stupendi. Avevo la necessità di conoscere e condividere, per questo mi risultava ancora più spontaneo legare con la gente che la vita mi poneva di fronte, con ancora più curiosità.
Ecco perché parti solo ma non ritorni mai solo: conoscerai una marea di gente e ti sentirai sempre parte di ciò che ti circonda.
Ti renderai conto di cosa conta davvero: partire vuol dire portare con te l’essenziale. Stare da solo vuol dire ascoltare te stesso. Vivere solo vuol dire ascoltare cosa ti manca. Il viaggio da solo è un viaggio dalla mente al cuore, è scoprire te stesso e il mondo.
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