Perché la scelta del nome “Viaggio FANT.ASIA”? Semplicemente perché non ci sarebbe stato nome più azzeccato. Avevo pensato a un ipotetico itinerario da seguire, ma decidere poi di evitare vincoli stabiliti per concedermi la libertà di modificare i miei piani è stata la svolta!

Mi sono lasciata trasportare dal mio istinto, guidato dai consigli e dalle persone che incontravo e intrecciavano il loro percorso con il mio…

Alla domanda “cos’è l’interrail?” non risponderei mai “un biglietto per i treni europei”, per quanto mi riguarda utilizzerei “un’esperienza infinita”. Scrivo a distanza di un mese dal termine dei miei 30 giorni di viaggio, ciononostante posso ancora provare tutta la frizzantezza e l’energia positiva che l’interrail mi ha donato. Per questo motivo non mi sbilancio se ammetto che ho vissuto uno dei periodi più gratificanti e stimolanti della mia vita: quei giorni sono stati un concentrato e continuo susseguirsi di profonde emozioni, divertimento e riflessioni.

È un viaggio infinito perché continuo a emozionarmi ogni qual volta la mia memoria ritorna a quei momenti e quando ne racconto qualcosa sento i miei occhi emanare una luce brillante. Più scrivo riguardo questo argomento e più cresce in me il desiderio e la speranza che anche chi mi ascolta abbia l’occasione di vivere un’esperienza così potente. Tuttavia, devo ammettere che scegliere il tema specifico su cui focalizzare il discorso è sempre un’ardua sfida. Variano continuamente i momenti, i volti o le conversazioni che riaffiorano nella mia mente: come scegliere dunque la sfaccettatura del viaggio da raccontare?

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Non mi sento in grado di scegliere l’evento più significante tra la moltitudine, mi trovo ancora in una fase di elaborazione. Mi rendo conto che agli occhi altrui alcune delle situazioni che mi hanno emozionata potrebbero sembrare banali, chi si commuoverebbe pedalando sotto la pioggia in un paesino olandese se non un’anima infantile? Eppure, forse è proprio questa la potenza del viaggio: ci permette di essere riportati a uno stato puerile, in cui si vive senza schemi, dove vige esclusivamente la possibilità di brillanti scoperte ed è facile affascinarsi anche solo alla vista del fiore più sgargiante che si nota tra le aiuole. In ogni città che non conoscevo potevo sentirmi una bambina.

Ho imparato a gustarmi un viaggio tramite la calma: non si visita un posto correndo da un museo qui, un monumento là e una foto ricordo disinteressata**. Sono le esperienze a rendere speciale una città** e sono le persone a fartela conoscere. Così ho apprezzato poter dedicare del tempo per sedermi in un bar o in una piazza, osservare e attaccare bottone con la gente locale. “Viaggiare ci rende più aperti verso il prossimo” non è solo un luogo comune, durante l’interrail ho riscoperto la cordialità e il desiderio d’amore delle persone, che spesso si è manifestato con la necessità di donare più che ricevere qualcosa in cambio da me. Chiusa nel mio contesto mi rattristava notare che spesso le persone celano un secondo fine dietro la gentilezza, ma ho potuto imparare che la gente è tutt’ora propensa all’ospitalità e alla bontà gratuita.

Durante il mio percorso ho riflettuto spesso, eppure anche ora mi rendo conto di aver messo nero su bianco pensieri che poco fa non erano che vaghi nella mia mente: un’ulteriore conferma del continuo prolungarsi di questo viaggio infinito. Anche in questa occasione mi sono lasciata trasportare dal sentimento della scrittura, deviando totalmente l’argomento cardine su cui mi ero ripromessa di insistere: sono una ragazza, ho 19 anni e da sola ho viaggiato con lo zaino in spalla per un mese. Al mio ritorno a casa speravo che chiunque mi chiedesse se fossi felice o se mi fossi divertita; invece, sono stata accolta da domande traboccanti di inquietudine, talvolta con un tocco di tono rimproverante: “Asia, non sai quanto erano preoccupati i tuoi genitori!” - “Asia, ma non avevi paura?!” – “Asia, sei giovane e carina, eri da sola e indifesa, guarda che ti possono derubare! Non senti quante cose brutte possono accadere?” … ecco, ma invece perché non fanno mai notizia le esperienze positive che possono capitare?!

Il timore e la diffidenza degli estranei ci imprigionano nei nostri confini, rendendo così sempre più difficile fidarsi degli altri. Ecco, dunque, come nasce la volontà ingente di condividere il mio viaggio: nessuna ragazza dovrebbe privarsi di un’esperienza così significativa a causa della società che ci istiga alla paura. Usciamo di casa e impariamo a vivere nel Mondo in sintonia e nel rispetto di ogni altra vita si presenti sul nostro cammino. Continuerò a parlare, raccogliere testimonianze e raccontare episodi più dettagliati del mio viaggio, nella speranza di smuovere in chiunque mi senta la curiosità di provare a rompere le norme che vengono fatte passare per naturali, ma che in realtà ci intrappolano subdolamente nella nostra realtà claustrofobica.

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Asia? Asia è good vibes. In cerca di sorprese, di affetto, di vita, ha una curiosità che la spinge a fare imprese. Crede nel mondo come luogo bello e vero, a cui affidarsi e in cui buttarsi, sempre con il suo sorriso e i suoi vestiti sgargianti, che rispecchiano la sua aura positiva e contagiosa.

Luogo preferito: le panetterie francesi

Livello di coraggio: 10

Prossimo viaggio: quando?!

IG: aaaaaaasiaaaaaaa